Ecco una parola che dovrebbe aiutarci a vivere meglio il nostro presente e che invece utilizziamo troppo spesso per descrivere il nostro passato.
I rimpianti sono la nostra risposta emotiva consapevole ad una serie di esperienze che non avremmo voluto fare oppure che, al contrario, avremmo potuto e voluto vivere.
A volte sono cose “semplici” come l’aver comprato un paio di scarpe inutili, altri invece, riguardano aspetti della vita e situazioni ben più “complesse”.
Parole che avremmo voluto dire alla persone che amiamo e che ci siamo tenuti dentro, rapporti che hanno segnato e cambiato le nostre esistenze che meritavano maggior attenzione e che invece abbiamo lasciato andare. Spesso aree della nostra vita che abbiamo trascurato come la salute, per tutti quei buoni propositi di cui parliamo e quasi mai realizziamo.
Nel libro “VORREI AVERLO FATTO – i 5 rimpianti più grandi” Bronnie Ware descrive i cinque più grandi ripianti delle persone prima di morire.
Dopo aver assistito centinaia di pazienti e malati terminali Bronnie Ware iniziò quasi per caso a raccogliere su un blog quali fossero appunto questi rimpianti. Il successo fu tale da crearne un libro, ora best seller in tutto il mondo e tradotto in ben ventiquattro lingue.

Ecco il rimpianto più grande delle persone prima di morire:

“Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele ai miei principi e non quella che gli altri si aspettavano da me.”

Mi ricorda quello che disse Steve Jobs nel suo ormai famosissimo discorso alla Stanford University:

“Il vostro tempo è limitato, per cui non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che significa vivere la vostra vita seguendo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore e cosa ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione, in qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare, tutto il resto è secondario.“

Non c’è giorno in cui non pensi al modo in cui ho vissuto per molti anni la mia vita. Nel bene e nel male sono cresciuto con una certa educazione, con il mito del posto in banca, con l’importanza di ciò che in paese avrebbero pensato e detto di me a seconda di chi fossi diventato o le cose che avrei fatto.

Una serie di input per i quali la mia vita sembrava già organizzata, avrei solo dovuto viverla seguendo quella traccia e il gioco era fatto.

Ci sono voluti molti anni, parecchie frustrazioni e fallimenti personali per capire che non potevo essere veramente felice in una vita che non avevo scelto io. Eppure uno dei più grandi insegnamenti lo avevo ricevuto da mio zio: ”Se devi sbagliare, sbaglia con la tua testa!”

Sono dovuto cadere e farmi male parecchie volte per imparare veramente questa lezione. Mi ritengo fortunato, ho capito presto cosa volessi fare nella mia vita e soprattutto che tipo di persona volevo essere.
Anche nello scrivere queste parole, oggi, esprimo questo privilegio, lo scopo che ho voluto dare alla mia vita.

E’ normale, tutti riceviamo fin da bambini una serie di regole e dogmi su come dovremmo vivere, su cosa sia giusto o sbagliato, bello o brutto. Soltanto dopo, crescendo ed evolvendoci, abbiamo la possibilità di metterci in discussione e scegliere cosa sia effettivamente giusto e meglio per noi.

Purtroppo non è facile. Idee e pensieri così ben radicati dentro di noi tendono a trasformarsi nella nostra più grande risorsa o nel nostro più grande limite.

Lo so, è difficile mettersi in discussione. E’ più semplice seguire le idee degli altri, seguire una traccia già impostata, è apparentemente meno faticoso ma allo stesso tempo molto più rischioso.

Rischiamo infatti di lasciare nel dimenticatoio il progetto più bello: noi stessi!

Rischiamo soprattutto di perdere di vista il senso più profondo che ognuno di noi vorrebbe e dovrebbe dare alla propria vita affinché possa essere vissuta pienamente.

Ma questo significato può emergere solamente nel momento in cui capiamo perché facciamo le cose che stiamo facendo, qualunque esse siano! Non importa si tratti del tuo lavoro, della tua famiglia, dei tuoi amici … fermati e chiediti perché? Perché sto vivendo tutto questo? Perché faccio tutte queste cose?

Non abbiamo scelto di venire al mondo ma possiamo scegliere di capire o forse semplicemente scoprire perché abbiamo ricevuto questa opportunità.

La vita è un dono che può trovare la sua piena espressione soltanto nella realizzazione del suo scopo, un progetto spesso più ampio che va oltre noi, una scelta, un senso di gratitudine che rendiamo a chi questo dono ce lo ha fatto.

Tutti ci vendono la loro idea del mondo e di come dovrebbe essere la vita.
Ti sei mai chiesto da dove derivi la tua?

Vivi secondo le tue regole oppure quelle che gli altri hanno stabilito per te?

Senti anche tu che c’è qualcosa oltre quello che stai facendo?

Perché fai le cose che fai? Qual’è il tuo scopo?

Sono domande difficili che il più delle volte non si pone nessuno.
Quando penso alla mia vita, mi rendo conto che mi ritrovo spesso a fare tante cose, mi impegno molto, entro nella routine, mi stanco, mi stresso e a volte mi arrabbio. Poi mi chiedo il perché faccio le cose che faccio e mi ricordo che sono una persona fortunata, molto fortunata! Non perché sono ricco e guido macchine costose, tutt’altro.
Sono felice perché amo la vita che ho scelto per me, ho uno scopo ben preciso e questo mi rende felice.
Mi è stato insegnato che non sarà il raggiungere tanti obiettivi a rendermi soddisfatto, ma a capire il perché me li sono posti. Chiamalo obiettivo, sogno, desiderio: dovrebbe essere sempre il linea con il perché delle cose, il senso che dai alla tua vita proprio per avvicinarti a quell’idea di felicità che troppo spesso rimane intrappolata in un mondo parallelo, in cui tutto scorre senza avere un senso apparente.

Troppo spesso ci dimentichiamo i nostri “perché”! Perché faccio questo lavoro? Perché frequento queste persone? Perché ho questa relazione?

Soltanto uno scopo nella vita può renderti veramente felice!

Ogni sforzo risulterà vano se non sarà in linea con esso. Il rischio è quello di vivere in una vita che non senti tua, in cui ciò che fai è controllato da altri e dagli obiettivi che ti hanno imposto secondo regole che non ti appartengono.

Chiediti oggi: Cosa mi rende veramente felice? Qual’è il senso che voglio dare alla mia vita?

Se non ti sei mai posto queste domande inizia a farlo. Non aspettarti subito delle risposte, ma continua a portele.

Soprattutto non aspettare che sia troppo tardi per pensarci e ritrovarti a vivere nel rimpianto più grande, quello di non aver vissuto veramente!

A presto…

Simone