Il 31 marzo 1999 usciva nelle sale americane “Matrix”, il primo film della trilogia dei fratelli Wachowski. Un film straordinario tanto per gli effetti speciali quanto per i contenuti.

Il protagonista, Neo, interpretato da Keanu Reeves, è assillato da mille interrogativi senza risposte e sente che nella realtà che lo circonda qualcosa non quadra.

Entra in contatto con Morpheus che lo libera dal mondo fasullo in cui vive, conosciuto con il nome di MATRIX.

Matrix è un mondo finto, una realtà fittizia creata con un unico scopo: rendere gli esseri umani degli schiavi. Nessuno si accorge di nulla, le persone conducono una vita apparentemente normale. Si alzano, fanno colazione, vanno al lavoro, pagano le bollette, si distraggono con qualche svago e tornano a casa. Tutto questo ignari di essere attaccati con un tubo a delle macchine che li usano per produrre l’energia necessaria per alimentarsi.

Se non hai visto il film ti consiglio di farlo!

Dal primo incontro tra Neo e Morpheus.

Morpheus: Immagino che in questo momento ti sentirai un po’ come Alice che ruzzola nella tana del Bianconiglio.

Neo: L’esempio calza.

Morpheus: Lo leggo nei tuoi occhi: hai lo sguardo di un uomo che accetta quello che vede solo perché aspetta di risvegliarsi. E curiosamente non sei lontano dalla verità. Tu credi nel destino, Neo?

Neo: No.

Morpheus: Perché no?

Neo: Perché non mi piace l’idea di non poter gestire la mia vita.

Morpheus: Capisco perfettamente ciò che intendi. Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c’è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra nel mondo. Non sai bene di che si tratta, ma l’avverti. È un chiodo fisso nel cervello, da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando…

Neo: Di Matrix.

Morpheus: Ti interessa sapere di che si tratta, che cos’è? Matrix è ovunque, è intorno a noi, anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo dinanzi agli occhi, per nasconderti la verità.

Neo: Quale verità?

Morpheus: Che tu sei uno schiavo. Come tutti gli altri sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore, una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado purtroppo di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è. È la tua ultima occasione: se rinunci, non ne avrai altre. Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.

A volte anch’io mi sento intrappolato in Matrix, vivendo in un paese che taglia la spesa sanitaria per poi spendere miliardi in vaccini, riconosciuti dannosi dalla stessa comunità scientifica, che taglia fondi per l’istruzione e promuove il gioco d’azzardo dicendoti: ”Attenzione può creare dipendenza…” (…beh…mal che vada c’è la pillola giusta anche per quella).

Vivo in Matrix quando vedo librerie chiudere per dare spazio a sale giochi e  centri massaggi equivoci, quando al supermercato leggiamo soltanto il prezzo del cibo che compriamo e ignoriamo l’etichetta, o quando il Ministero dell’Istruzione sceglie di eliminare l’educazione fisica dalle scuole a partire dal 2015.

Vivo in Matrix quando leggo che viene arrestata una persona in metropolitana, risultata sospetta solo perché sorrideva troppo. Sono in Matrix quando sento dire ad un oncologo: “Cosa devo dirle? Questa cura la fanno tutti e quindi la facciamo anche noi”.

Lo percepisco nel flusso di “notizie” che ci rifilano quelli che dovrebbero essere i principali organi d’informazione, Tv e giornali, di cui l’obbiettivo e tutt’altro che informarci, o quando rivedo l’ennesima edizione di un reality senza alcun senso se non quello di rincoglionire il cervello di chi lo guarda.

Dovremmo lavorare per vivere e finiamo per essere schiavi del nostro lavoro.

Criceti in una ruota costruita ad arte per farci correre tutto il giorno senza mai realmente andare avanti. 

Stanchezza, stress, poco tempo, tutti motivi che ci portano a smettere di lavorare su noi stessi, o a non iniziare proprio, a smettere di cercare informazioni di qualità che ci permettano di imparare a crescere, ad evolverci, per vivere una vita migliore.

Penso spesso a tutte le cose che non conosco o presumo di sapere e per le quali faccio delle scelte.

Una scelta è tale quando abbiamo sufficienti elementi di valutazione a nostra disposizione, frutto delle risorse e delle informazioni che più o meno consapevolmente cerchiamo o subiamo nella vita di tutti i giorni. 

Ho imparato che nella vita “o fai parte del problema o fai parte della soluzione”.  Nel mio piccolo, scelgo di far parte della soluzione. Scelgo di studiare, di informarmi e crescere perché nessuno può farlo al posto mio. Io sono il responsabile delle mie scelte e di conseguenza mi assumo la responsabilità di essere nelle migliori condizioni per poterle prendere.

So che non posso sapere tutto, non è possibile, accetto i miei limiti. Ma so che posso fare meglio di quanto faccio continuando ad imparare e migliorarmi per fare scelte più consapevoli.

Ogni volta che studio, che mi informo, che imparo qualcosa, mi evolvo. Mi rendo conto che ogni scoperta, a qualsiasi livello, mi rende più soddisfatto della mia vita perché porta con se la consapevolezza di com’ero prima, senza il privilegio della scelta che oggi, posso permettermi.

E tu? Che scelte hai a tua disposizione? Sei abbastanza informato per poterne fare di consapevoli per la tua salute, lavoro e vita privata? 

Mi sento dire spesso che l’istruzione costa: corsi, seminari, libri, viaggi. E’ vero, l’istruzione ha un costo, come lo ha il fatto di rimanere ignoranti.

Dalla notte dei tempi l’uomo paga il prezzo della NON conoscenza, ecco perché l’evoluzione esiste soltanto se facciamo qualcosa di diverso per “sopravvivere” alla nostra condizione attuale. Pensare di superare un problema nello stesso modo in cui pensiamo per crearlo è pura follia.

A volte manca l’atteggiamento giusto e ci permettiamo il lusso di pensare che parole come Dow Jones e Nasdaq siano troppo complicate per essere apprese e che della nostra salute si occuperà qualcun altro che, con un camice bianco e con qualche ricetta, risolverà tutti i nostri problemi.

Accettare passivamente questo stato porta ad una pesante conseguenza: far si che siano gli altri a scegliere per noi.

La vita è fatta di scelte come quella di rimanere ignoranti in un’era dove non c’è mai stata così tanta informazione.

E’ una scelta dire di non avere tempo o soldi per leggere o frequentare dei corsi quando sprechiamo tempo e denaro per cose di assoluta futilità.

Passami questa generalizzazione: a volte è proprio frustante vedere come gira il mondo! Sorrido, vado avanti … leggo, scrivo, continuo ad investire il mio tempo e il mio denaro con grandi sacrifici impedendo così all’ignoranza di rendermi cieco, di imprigionarmi, togliendomi la libertà di vivere come desidero.

Personalmente, sono più spaventato dal pensiero di non vivere al meglio la mia vita, che dal pensiero di morire, per aver scelto di rimanere in superficie senza scavare in profondità “nella tana del bianconiglio”.

A volte mi sveglio e controllo se sono attaccato ad una macchina come Neo, per poi rendermi conto che tutto dipende dalla mie scelte… Pillola azzurra o pillola rossa?

A te la scelta.

Buona settimana
Simone